giovedì 23 febbraio 2012

Nono Classificato - Gerry Turano

Penultimo classificato dell'edizione 2012 del Concorso per il Racconto Più Brutto con 208 punti.
Un racconto che, servendosi dell'espediente abusatissimo della doppia narrazione che si congiunge nel finale, mixa goffamente i più beceri luoghi comuni su "donna ricca e chirurgia estetica" alla più scontata delle idee della letteratura di fantascienza: il meteorite che minaccia la terra. Un racconto che è stato recensito utilizzando la lusinghiera definizione "lettura da cesso". Purtroppo, secondo il giudizio insindacabile del pubblico votante del Concorso per il Racconto Più Brutto, non abbastanza.

LABBRA CELESTI

Di Gerry Turano

Gelido tramonto sulle montagne di Cortina D’Ampezzo. La biondona rifatta guidava il suo gigantesco SUV con una mano sola, con l’altra componeva rabbiosamente sul cellulare il numero telefonico del chirurgo estetico. Davanti a lei il lungo rettilineo che l’avrebbe condotta verso il suo elegantissimo chalet.
“Sono Sveva Moranducci!”, ringhiò non appena le fu risposto.
“Ah, buongiorno contessa.”
“Buongiorno un cazzo! Lei ha fatto un lavoro di schifo!”

“Ma… Ma… Cosa dice? È un intervento perfettamente riuscito. – non si raccapezzò il medico - Lei ha ora due labbra ringiovanite, fresche, del tutto naturali…”
“Ma io non le volevo naturali! Le volevo che a mio marito, guardandomi, gli tirasse di nuovo l’uccello! E invece quello manco se n’è accorto, mi ha salutato al volo ed è andato a scoparsi qualche altra zoccola in giro!”
All’Ashton Observatory di Baxter, il professor Clark ricontrollava i calcoli sulla traiettoria della consistente pioggia meteorica che s’avvicinava alla Terra.
“Dottor Briant, ritiene che qualcuno di tali meteoroidi possa raggiungere la nostra superficie?”
“Si tratta di condriti carbonacee, con probabilità, e ve n’è un gran numero di una certa consistenza.”, rispose il tecnico astronomo arricciandosi la lunga barba.
“Ritiene che sia il caso d’informare le autorità?”

Il macchinone metallizzato di Sveva aggrediva l’inizio della salita. Il chirurgo, al telefono, moderatamente reagì alle accuse della donna:
“Eravamo d’accordo contessa. Avevamo selezionato centinaia di foto per definire l’entità dell’intervento; andando oltre avremmo compromesso l’armonia generale dei suoi lineamenti.”
“E che me ne fotte a me dell’armonia? Io volevo due labbra coi controcazzi. L’armonia se la conservi per le altre pazienti al cui marito s’addrizza ancora per bene!”
“Il problema che ha con suo marito non credo risieda nella consistenza delle sue labbra, gentile contessa.”, protestò il chirurgo.
“Cosa vuol intendere, caro il mio dottorino?”
“Che a suo marito, lei non glielo farà tirare più neanche se si farà ricostruire dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi. Sensualità e fascino non si comprano al mercatino. E comunque io mi occupo di labbra, non di canotti! Per quelli si rivolga al negozio di nautica.”

Briant, continuando a stuzzicarsi l’ispida barba rispose con un velato sorriso:
“Tranquillo, Clark, la nostra atmosfera trasformerà quei meteoroidi in romantiche stelle cadenti. Che siano d’ispirazione ai nostri poeti, piuttosto che d’allarme ai nostri compaesani. E poi, detto tra noi, caro prof, la loro traiettoria sembra essersi leggermente modificata. In caso saranno cazzi per qualcun altro”.
“Ben detto, Briant.”

“Me l’avevano detto le amiche al circolo che lei era proprio stronzo. ‘Bravo-ma-stronzo’, precisamente. Purtroppo sul secondo aggettivo si sbagliavano: lei è una vera sega. Ah, a proposito, il bonifico per l’intervento ovviamente se lo scordi.”, continuò Sveva più acida di una busta di latte scaduta da venti giorni.
“Oh, di questo non mi preoccupo, contessina di ‘sto cazzo. – rispose prontamente il medico - Lei ha firmato un protocollo d’intervento che indicava ‘cheiloplastica per eliminazione di rughe sottili perimetrali alle labbra e moderato aumento del volume di queste ultime’. Esattamente ciò che ho fatto, carissima. D’altronde giudicherà una commissione medica e un giudice in tribunale.”
“E lei sa, esimio dottore, quanti amici medici e magistrati ho nella mia rubrica? Prepari piuttosto i dindi per il danno morale e materiale che mi ha arrecato.”

“Ehm, Briant… Guardi là, quella luce lampeggiante rossa sul monitor!”
“Oh, cristo.”

Sveva continuò perfida:
“Dovrà fra l’altro preoccuparsi di come tenere aperta la sua merdosa baracca. Sa com’è, prevedo le faranno verifiche fiscali, tecnico-sanitarie e altra robetta del genere. Ci siamo capiti. E magari poi si ritroverà a passare le notti sotto un ponte, a contemplare meravigliose stelle cadenti come quelle che sto ammirando nel cielo, adesso. Sì, proprio adesso. Ma… Oh cazzo! Cazzoooo!”.
Un urlo deforme. Poi il silenzio.
“Pronto? Pronto! Pronto!”, gridò il dottore. Nessuna risposta.

Sveva. Questo il nome dato dagli scienziati e dalle autorità istituzionali al gigantesco cratere generato dal meteorite piombato sulla Strada Statale 51 nei pressi di Cortina D’Ampezzo.
Sveva, in memoria della contessa Moranducci, unica vittima dell’imprevista, atroce sciagura piombata dal cielo.

NdR: Racconto copiato e incollato esattamente come inviato dall'autore. Nessuna correzione o modifica è stata apportata.

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