mercoledì 21 dicembre 2011

Fulvio Abbate e il brutto

Con il consenso dell'autore, riportiamo un frammento estrapolato da un video di Teledurruti in cui, parlando di tutt'altro, il marchese, il playboy, lo scrittore Fulvio Abbate individua casualmente ma con straordinaria precisione gli intenti estetici del Concorso Letterario Il Racconto Più Brutto:



Teledurruti: l'unica televisione che guardo, tutti i giorni, perché mi aiuta a non dimenticare mai la necessità umana, artistica e politica della fantasia.

lunedì 19 dicembre 2011

Il brutto segreto

Noi devoti amanti del brutto letterario migliore, e cioè quello vanaglorioso e inconsapevole, siamo condannati a godere segretamente le nostre bizzarre passioni letterarie.
Le gioie della condivisione, le meraviglie del passaparola, le celebrazioni pubbliche degli autori prediletti, tanto care quanto scontate per gli amanti della bella letteratura, ci sono precluse.

Questo per tre motivi fondamentali:

1) Non riteniamo giusto né rispettoso esporre al pubblico ludibrio i nostri beniamini, per i quali proviamo sincera gratitudine e incondizionato affetto.

2) Presumiamo che praticare la segretezza ci
assolva moralmente e ci autorizzi invece a continuare a turlupinarli privatamente, a gruppi di due, massimo tre individui fidati e meritevoli.

3) Deridere pubblicamente il nostro autore preferito, mettendone alla berlina le più vive ed esilaranti espressioni, condizionerebbe inevitabilmente il suo stile, rischiando di fargli mettere in discussione (non sia MAI!) quell'uso azzardato che fa del condizionale, quel parlare di sé in terza persona, quegli slanci retorici privi di misura che tanto amiamo.

Ebbene, pur continuando a coltivare in segreto questa meravigliosa passione, oggi noi vogliamo rendere omaggio a questi pochi, grandi scrittori, ignorati dalle case editrici, costretti spesso a pubblicare a pagamento (benedetta sia la loro ostinazione! E guai a chi osa chiamarlo denaro sprecato!), e soprattutto ignari dell'esistenza di sinceri ammiratori come noi che non solo li leggiamo, ma li rileggiamo e rileggiamo, spesso ad alta voce l'uno per l'altro, mai paghi di testi che nulla hanno da invidiare all'immortalità dei massimi esponenti del bello.

Grazie di cuore dunque, a tutti i pessimi narratori e ai loro scritti brutti, vanagloriosi e inconsapevoli, grazie di esistere e soprattutto di distrarci, con la loro sublime mediocrità, dalla nostra mediocrità qualsiasi.

lunedì 12 dicembre 2011

Proclamazione Vincitore Edizione 2011

Ecco la seconda parte della classifica e la proclamazione del vincitore!

Vedi la prima parte del video QUI.

Classifica Edizione 2011 del Concorso

Ecco la prima parte della classifica dei finalisti della prima edizione di questo straordinario evento letterario, di questa prestigiosa kermesse che alza finalmente il becero livello culturale del nostro paese.

 
Vedi la seconda parte del video QUI.

sabato 3 dicembre 2011

Bando del concorso - Edizione 2012

Possono partecipare al concorso tutti i racconti, di lunghezza non superiore alle 4.000 battute spazi inclusi, che possano essere definiti brutti, inconsapevoli e vanagloriosi (quest'ultima definizione è forse la più importante ai fini della selezione):

Per brutti intendiamo scritti male, costruiti male e/o sgrammaticati.
 
Per inconsapevoli intendiamo non consci della bruttezza di cui sopra.
 
Per vanagloriosi intendiamo realizzati con la convinzione di stare creando qualcosa di artistico, di talentoso, di bello. Insomma con la convinzione di essere grandi scrittori.
 
Spulciate dunque tra i vostri scritti acerbi, e se avete davvero coraggio tra quelli più recenti, quindi, con gli occhi bene aperti e pronti alla più spietata autocritica, selezionate qualcosa che avete scritto con la convinzione di essere GRANDI SCRITTORI, qualcosa di cui oggi vi vergognate profondamente, di cui non ammettereste la paternità neanche sotto tortura, e abbiate il coraggio di sottoporlo alla giuria del nostro concorso. Inviatecelo e se sarete selezionati tra i dieci fortunati finalisti parteciperete alla serata IL RACCONTO PIU' BRUTTO, dove leggerete la vostra perla ad alta voce e il pubblico presente in sala, munito di schede di valutazione, voterà e sceglierà il vincitore di questa prestigiosa competizione.

La partecipazione al concorso è gratuita, ma il 1° classificato vincerà un buono da spendere in libri presso la libreria L'Eternauta a Roma. Chi infatti più di un conclamato incapace merita l'opportunità di crescere narrativamente attraverso la lettura di scrittori degni di questo nome? Inoltre, grazie alla preziosa partnership della libreria, per questa seconda edizione del concorso il premio raddoppia, e il buono premio da spendere in libri è di 100 euro!!!

Al bando il pudore dunque!
Siate fieri della vostra mediocrità!
Raccogliete pubblicamente i sottovalutati allori del pubblico ludibrio! È estremamente facile scrivere cose noiose, al contrario sfiorare il brutto autentico, e realizzarne un ignobile concentrato di poche righe è dote di pochi: tu potresti essere tra questi, e vincere 100 euro da spendere in libri!

Spedite entro e non oltre il 31 gennaio 2012 il vostro racconto più brutto o un prezioso frammento di qualunque vostra opera che ritenete sufficientemente indegno (di lunghezza non superiore ai 4.000 caratteri spazi inclusi) a questo indirizzo:

Se non supererete la selezione riceverete in ogni caso una risposta con le motivazioni del rifiuto (sempre utili a peggiorare). Se invece supererete la selezione sarete tra i 10 fortunati finalisti che gareggeranno mercoledì 22 febbraio 2012, presso l'HulaHoop Club di Roma, al concorso IL RACCONTO PIU' BRUTTO. E avrete la possibilità di vincere l'ambito premio di 100 euro in libri!!!

Cosa aspettate? Inviateci il vostro scritto più imbarazzante!
Restate sintonizzati per ulteriori informazioni e come sempre...

che vinca IL PEGGIORE!!!

P.S.
Per dare il buon esempio e rompere il ghiaccio, io stessa aprirò la kermesse leggendo un mio scritto ignobile e fuori concorso. Non perdete questa occasione di ridere pubblicamente di me.

Resoconto prima edizione

Ecco la classifica finale della prima edizione del Concorso per Il Racconto Più Brutto:

1° - SIMONE GHELLI, con PARIGI - 163 punti!!!
2° - Guerrieri e Tagliamonte, con BACHATA - 153 punti
3° - Leonardo Battisti, con IL RICCIO - 152 punti

4° - Carlo Sperduti, con LETTERA CONSEGNATA A MANO A UNA RAGAZZA - 144 punti
5° - Gianpaolo Castellano, con STORIA FUTURA - 142 punti
6° - Lorenz De Bor, con TRA LE BRACCIA DI UN POLIPO - 141 punti
7° - Daniela Rindi, con APOLOGIA - 133 punti
8° - Roberta Angeloni, con LA STATUA DEL BERNINI - 119 punti
9° - Angelo Zabaglio, con ERAVAMO - 110 PUNTI
10° - Alessandro Dezi, con PERSINO CON UN LEGGERO ANTICIPO - 109 punti.
    
Non so da dove cominciare per ringraziare tutti per questa incredibile serata: innanzitutto i 10 finalisti, che hanno dato una straordinaria prova di sé non solo leggendo ad alta voce in pubblico i loro racconti orrendi, ma anche calandosi completamente nella parte degli scrittori narcisisti e arroganti. Sono già leggendale dichiarazioni, al ritiro del premio di consolazione, di Alessandro Dezi, ultimo classificato: "È tutto un magna magna", e di Carlo Sperduti, primo escluso dal podio: "Non avete capito un cazzo".

In perfetta assonanza al bassissimo livello della serata, ha fatto faville l'impossibile duo dei BANGLA BOYS, che ha intrattenuto un pubblico incredibilmente esaltato dalla loro palese demenza.
Che dire poi dell'HulaHoop? Si conferma per noi il locale ideale per ospitare questo tipo di evento letterario in favore del brutto, storicamente e deprecabilmente bistrattato da sempre dall'intellighenzia radical chic che purtroppo impera in questo paese.
Una menzione speciale va invece al meraviglioso pubblico in sala: numeroso da far scoppiare le pareti, irriverente, ridanciano, completamente calato nell'atmosfera idiota di questo premio finalmente dedicato al brutto autentico.
Grazie anche alla Gratta e Vinci Production di Federica Rizzo, che ha deciso di devolvere a questo concorso parte della vincita di uno strano gioco in cui per vincere devi grattarti, o qualcosa del genere. Ringraziamo per questo finanziamento insperato che ha reso possibile la realizzazione di questa straordinaria kermesse.

La serata è stata un tale successo di critica e di pubblico che è già in programma il bis per febbraio 2012. Restate sintonizzati e preparatevi a non perdere la seconda edizione che promette di essere anche peggio della prima!

Achille Campanile aveva capito tutto

In Italia abbiamo avuto uno scrittore umoristico di una grandezza inenarrabile, Achille Campanile, che nel 1942, ha pubblicato un romanzo sotto forma di diario, il cui protagonista è proprio uno di quei bistrattati eroi del brutto che tanto amiamo, vittime dell'ignoranza e dell'ingiustificato senso di superiorità dei loro contemporanei, un genio tanto incompreso da essere costretto a scrivere un diario rivolto ai posteri, che sicuramente invece sapranno riconoscerne il valore e conferirgli la gloria letteraria che merita. Si tratta de Il diario di Gino Cornabò. Ve ne sottoponiamo un esemplare, attualissimo brano:

«9 agosto
Apro i giornali: "Largo movimento diplomatico e consolare"; chi nominato ambasciatore, chi ministro plenipotenziario, chi mandato qua, chi là. E di me nessuno si ricorda. Io resto a marcire nell'ombra. Tempo fa fu la volta del largo movimento dei prefetti. Idem come sopra. Per me, zero. Ancora: Olimpiadi; intervento dei Principi, personalità, ministri; ricevimenti, brindisi, fotografie nei giornali. C'è qualcuno che si ricorda di me? C'è qualcuno che mi abbia invitato ad assistere? Proprio come se non esistessi. Ma non basta. Siamo nella stagione dei premi letterari. Riunione delle giurie, discussioni, relazioni alla stampa. Credete che qualcuno mi abbia chiamato a far parte d'una giuria? Nemmeno per sogno. Gl'intriganti sono sempre in mezzo. Io muffisco, dimenticato. Da tutti, dovunque.

Vincitore della prima edizione

Riportiamo di seguito e per intero il racconto vincitore dell'edizione 2011, un concentrato di dettagli talmente inutili e insignificanti da rappresentare perfettamente la tipica desolante incapacità di rendersi minimamente interessanti di gran parte di coloro che oggi in Italia si autodefiniscono SCRITTORI. Con il plauso unanime di organizzazione, giuria e avventori casuali, siamo ogogliosi di presentarvi il VINCITORE della Prima Edizione del Concorso Letterario IL RACCONTO PIU' BRUTTO:
 
Una scheda di valutazione. Valida.


Simone Ghelli
Parigi

Alle 18:30 sono all’aeroporto di Charles de Gaulle. Inizialmente avevo nutrito dei seri dubbi, logicamente stupidi, che non stessimo arrivando a Parigi. Ma ero solo seduto dal lato sbagliato, e visto che l’aeroporto si trova a diversi chilometri dalla ville lumière, come potevo rendermi conto dell’esatta ubicazione geografica? Segue l’attesa per i bagagli che, chissà perché ti immagini sempre che abbiano smarrito, e poi la ricerca dell’autobus. I miei genitori sono qua già da ieri, dunque devo sbrigarmela tutta da solo. Ma forse non è questo che volevo? Si cerca sempre di fare più esperienza, immaginandosi che la vita sia come una scala graduata di valori dove si succedono sempre nuove, più grandi difficoltà. Ma è un gioco che in fondo ci piace. Dopo devo anche arrancare alla ricerca di un treno per la banlieu nord-ovest, direzione “La Frette-Montigny”. Non ho spiccioli per la macchinetta automatica, ma tanto per iniziare a sfatare i vari luoghi comuni trovo una ragazza di colore che mi presta qualche franco. Merci, le dico contento. Giunto al paese mi rendo conto di non ricordarmi più dove si trova la via in cui abitano i mie zii. Per fortuna l’ho segnata sull’agendina, ma le rare persone che incontro sembrano proprio non conoscerne l’esistenza. Dopo più di mezz’ora trovo la strada, constatando che mi sono divertito a girarci intorno. Seguono i saluti, le spiegazioni. Si mangia tanto e si osservano tutti i rituali di pulizia prima di andare a letto. Per le prime notti dormirò nel letto di mio cugino più grande. Siamo tutti troppo stanchi, a domani i racconti. Ad ascoltare le notizie alla tv non ci ha proprio pensato nessuno. Sento  di essermi veramente proiettato in un altro ordine di idee. Per tre giorni rivesto i panni del turista, divertendomi a fare da Cicerone ai miei genitori. Bene o male riesco a portarli in tutti i luoghi tipici, ma meglio sarebbe definirli classici, della capitale.
Si cammina parecchio, ma quando si tratta del tuo scopo non è proprio il caso di recriminare. La sera si torna sempre a casa stanchi morti, contenti di trovare in giardino l’aperitivo preparatoci da mia zia. Le cene sono sempre abbondanti, la digestione lenta. A mezzanotte, non di più, si crolla. L’ultimo giorno accompagno i miei alla Gare de Lyon. A causa dello sciopero dovranno prendere il treno per Firenze, cioè fare un tragitto più lungo. Li saluto senza sapere di preciso quando li rivedrò. Non mi sento triste più di tanto perché è da troppo tempo che aspetto un'occasione del genere. Sbrigarmela da solo in un paese straniero. Roba da romanzetti esotici! Torno a casa con mio zio, con il sole che mi bacia in volto e tanta voglia di conquistare il mondo...

I nove finalisti dell'edizione 2011

Ecco i nove racconti finalisti della prima gloriosa edizione (2011) del concorso per Il Racconto Più Brutto. Sono ordinati secondo la classifica stabilita dai voti del pubblico presente in sala durante la kermesse di premiazione, tenutasi all'Hula Hoop Club il 24 febbraio 2011. Buona lettura:


SECONDO CLASSIFICATO


Ecco un racconto degno di un termine molto abusato nelle quarte di copertina di opere di autori che in realtà hanno seri problemi di dislessia:
pirotecnico. In questo caso specifico chiariamo però che si tratta di un eufemismo per "mentecatto".
 
Guerrieri e Tagliamonte

Bachata
(Quando Larry Book-ovski  incontra l’ Adagnese T.)

Quella volta che ballammo in due ma sembrava fossimo tre perchè tu mi piccicavi i piedi ubriaca di vodka addolcito da una pasticchetta di estasy ..oh Lee…


Perché un concorso sul Brutto

Il narcisismo dello scrittore è una piaga indiscutibile del cosiddetto mondo letterario. Soprattutto oggi che in Italia, dalle case editrici minuscole (a pagamento o meno) agli editori più prestigiosi, si pubblica praticamente qualunque cosa. A chi non è capitato di imbattersi in scritti, racconti, romanzi altrui, e sbellicarsi dalle risate scoprendo a che sublimi livelli di comicità può arrivare la vanagloria dell'ennesimo narcisista (spesso ignorante persino dei minimi rudimenti della lingua italiana) che si autodefinisce scrittore?

Ma questa inconsapevole e ridicola vanità, e l'impietoso gongolarsi dell'altrui mediocrità, non sono due mondi distinti, bensì profondamente correlati: chiunque scriva da un po' e con un minimo di onestà intellettuale sa bene quante e quali banalità sono dovute uscire dalla sua penna prima di buttare giù qualcosa di decente. È lo scotto da pagare ogni giorno per imparare a scrivere meglio. Dunque, quello che distingue gli scrittori mediocri da quelli di qualità è unicamente il senso del pudore, ovvero la capacità di scartare e lasciare nel cassetto la paccottiglia necessaria a crescere, e pubblicare invece, se e quando ce n'è, solo il materiale degno di essere letto.

Il problema è che tra il bello e il brutto, entrambi degni di essere letti (l'uno per valore letterario, l'altro per indiscusse capacità di suscitare la più viva ilarità nell'attonito lettore), vengono pubblicati innumerevoli scritti non sufficientemente belli o brutti, ma solo estremamente noiosi. Il brutto, esattamente come il bello, non è facile da raggiungere. Il brutto autentico ha in sé un raro mix tra inconsapevolezza e autoindulgenza, tra mediocrità e vanagloria, tra ignoranza e prosopopea che davvero in pochi sono in grado di partorire.

Facciamo qualche esempio per rendere l'idea:
  • Un classico è l'uso inconsapevole di cliché pensando di aver inventato qualcosa: in quanti ancora utilizzano la metafora volo/libertà con compiacimento e pretese di originalità come se non fosse stato mai scritto per esempio Il gabbiano Jonathan Livingstone?

  • Altro grande classico è l'emulazione sciatta dello stile Bukowsky: in quanti ancora pensano che scrivere frasi rozze e volgarità a caso sia automaticamente letteratura e si crogiolano nel genio e sregolatezza rivendicando pigramente la propria ignoranza e dunque guardandosi bene dal mettere in discussione la loro tecnica narrativa?

  • Per non parlare della retorica del dolore autobiografico: in quanti pensano che basti raccontare una vicenda drammatica che gli è capitata calcando la mano sulla tragedia per risultare interessanti? Convinti che basti raccontarla perché è la verità ed è forte di per sé ma di fatto infiocchettandola con mille barocchissimi e patetici fronzoli?
Ma potrei continuare all'infinito.
Quello che ci interessa in questa sede è creare un evento che dedichi finalmente spazio e attenzione al brutto più sublime e bistrattato; che porti alla ribalta le principali e più perseguitate vittime dello snobismo letterario e intellettuale; che premi pubblicamente e renda dunque il giusto merito e la dovuta gratitudine a questi rari e meravigliosi artisti dell'ignobile, gli unici al mondo realmente capaci, grazie alla loro sublime mediocrità, di distrarci dalla nostra mediocrità qualsiasi.

Carolina Cutolo