giovedì 23 febbraio 2012

Settimi Classificati - Rindi e Di Marco

Settimi classificati dell'edizione 2012 del Concorso per il Racconto Più Brutto con 253 punti.
Classico esempio di chi scrive sentendosi divertente, originale, pirotecnico e invece risulta artificioso, forzato, imbarazzante. La ricerca macchinosa tipica di chi scrive nel tentativo disperato (e frustrato) di divertire, è eclatante in questo racconto/accozzaglia di vezzi inutili e imbecilli. Per non parlare della strizzata d'occhio finale al lettore nella nota degli autori: semplicemente indecente.

DIALOGIOCOASSURDO

Di Daniela Rindi e Bruno Di Marco

- Tu mi fai girar come fossi… una trottola! Eh! Ma non troppo però!
- Me lo hai chiesto tu!
- Si, ma non così forte, mi viene da vomitare!
- Ma più piano non c'è gusto, vedi, se rallento vai alla tua velocità!
- Si, come se fossi libero!
- Allora che senso avrebbe? Perché perdere tempo?
- Non avrei dovuto concedertelo, perché comincia a farmi male un arto!
- Ah, ah e come avresti fatto? Sono più grande e più grosso di te!
- Lo so, avrei confidato sulla tua pena.
- In che senso?
- Si, compassione di me, dispiacerti, io così piccolo e indifeso.

- Tu non mi fai pena, mi fai schifo.
- Addirittura, ma che ti ho fatto di male?
- Niente, io voglio solo giocare e tu adesso sei il mio gioco. E poi eri d’accordo all'inizio, no?
- Non sapevo cosa fosse il gioco per te. Ahi, mi fai male... dai mollami!
- No, più forte, gira più forte… sempre più in alto!… Zoom… zoom… figooo!… ZAC!
Il bambino riavvolge il filo e all'estremità, dove aveva legato il coleottero trova solo una zampa.
Torna a casa il bambino. Mentre attraversa l’antico ponte in pietra si sente chiamare ma non vede nessuno:
- Qui, sul parapetto!
- Ma tu sei il coleottero di prima!
- Già, ti dispiacerebbe restituirmi la mia zampetta?
- Altrimenti?
- Altrimenti chiamo mio cugino
Il bambino scoppia a ridere
- Leo!
Da sotto l’arcata del ponte, volando in modo sgraziato, emerge un enorme coleottero che atterrando fa tremare tutta la struttura.
- Questo è mio cugino Leo
- Ma è alto almeno tre metri
- Due e cinquantasei ma, poveraccio, non sa parlare.
Comunque è qui per darti una lezione. Ti dispiace adesso restituirmi la mia zampetta?
Il bambino estrae il filo che teneva in tasca e delicatamente stacca la zampetta rimasta legata. Quindi la restituisce al legittimo proprietario che subito la inserisce nel’incavo della sua struttura. Il coleottero prova a muoverla prima lentamente poi più veloce. Finché non si sente soddisfatto della ritrovata integrità fisica:
- Ma davvero è tuo cugino?
- In realtà è mio fratello, ma quando lo dico nessuno ci crede, così lo presento come mio cugino.
- Incredibile.
- E devi vedere l’altro fratello.
- Un altro fratello? Ma quanto siete in tutto?
- Ci sono io che mi chiamo Col, poi Leo e il terzo che si chiama Ott.
- Tre fratelli?
- Veramente ce ne era un altro ma è morto.
- E come si chiamava?
- Ero.
- Un destino segnato. E come è morto?
- Si drogava.
- E’ morto di overdose?
- Veramente no. Un giorno per convincerlo a smettere lo abbiamo chiamato:“Ero, vieni ad ascoltare questo pezzo di Masini!” Lui ci ha guardato e ci ha risposto “Vaffanculo?” allora Leo che è buono e caro ma non sopporta le parolacce lo ha schiacciato sotto il piede.
- Ma forse lui intendeva il titolo della canzone.
- Noi volevamo fargli ascoltare “Perché lo fai”. Comunque ormai è andata così.
- Che storia triste.
- Ora basta indugiare. Adesso ti daremo una bella lezione
- Cosa volete farmi?
Il coleottero gigante , muovendo le sue zampettone con una velocità sorprendente, afferra il bambino e gli lega una lunga corda alla caviglia.
- Ti faremo provare lo stesso trattamento che hai riservato a me prima.
- Ma io non so volare.
- Sappiamo benissimo che voi umani siete esseri limitati. Ci limiteremo a buttarti dal ponte
Il coleotterone butta giù il bambino. Quello urla mentre precipita fino alla lunghezza della corda. Poi viene recuperato e gettato di nuove. E il bambino urla ancora e ancora. La gente del paese, allarmata dalle grida corre in soccorso. Circondano i due coleotteri e tirano su il bambino. Ma quando questo viene portato sul ponte, tra la sorpresa generale si mette a gridare:
- Ancora, ancora! E’ troppo fico!
Anche gli altri allora vollero provare e a uno a uno tutti fecero un giro facendosi gettare dal ponte tra l’emozionata ilarità generale.
E fu così che nacque il bungee jumping.

Nota degli autori
Una storia molto triste cari lettori, un bambino cattivo e crudele, che tortura gli animali, che non ha rispetto per quelle piccole e dolci creature del microcosmo, al quale si deve rispetto e considerazione. Un bambino al quale non si riesce a infliggere neanche la stessa punizione perché la sua naturale insensibilità lo fa ridere della medesima tortura inferta. Che dire cari amici? Gli autori qui non trovano più parole… È proprio vero allora che… “L’arto cattivo non muore mai”!

NdR: Racconto copiato e incollato esattamente come inviato dall'autore. Nessuna correzione o modifica è stata apportata.

3 commenti:

  1. come al concorso per vulcanologi anche qui la stessa cosa: è tutto un magma magma...

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  2. i vincitori morali come da regolamento! ohh l'ha detto il vulcanologo!

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