lunedì 10 settembre 2018

4^ classificata Alice Vivona con La festa a casa

Quarta classificata della V edizione del concorso letterario Il Racconto Più Brutto

Alice Vivona
La festa a casa
- 26 voti -


Guarda che sguardo serio e tenero, la abbracci anche quella povera ragazza. Io lo so, io ti ho visto mandare foto intime a qualcuno che non era lei, e ora, proferisci parole di sincero amore a questa ragazza.

E certo, lei, proprio lei, quella tenera e innocente ragazza, che giunta ai 30 anni ha deciso che era giunto il momento di diventare indipendente dai suoi, e sposarsi. Uno a caso, uno disponibile e propenso, preferibilmente ricco o comunque paziente e tollerante, perchè lei, bella come il sole, ho sentito commentare al suo passaggio, è un dono per chi la sceglie. Disprezzo anche lei.

E tu invece, appoggiata al muro, con quel sorriso di plastica, fai volontariato il 25 dicembre al pranzo di natale per i poveri e per questo senti di poterti ritenere generosa. Tu, che vivi nella casa comprata da tuo padre, arredata da tua sorella, con una famiglia di filippini al servizio due volte a settimana, tanto che il gatto di casa non fa neanche in tempo a far atterrare i suoi peli per terra.
Tu.

Hai spezzato il cuore di chi ti aveva scelto come amica, e che quando ha chiesto qualcosa di più, lo hai scaricato che neanche fosse un visionario psicotico. Ti disprezzo.

E tu, che speri che la vita vada peggio agli altri, per dimenticare lo squallore della tua, io ti disprezzo.

E tu, pezzo grosso, sempre annoiato se l'attenzione è lontana da te. Credi che le donne ti amino perchè si fanno offrire da bere, pensi di essere galante, un seduttore, invece sei un'amicizia di facebook, un numero sul telefonino, come il tuo, muto, che continui a guardare. Indovina un po'? Ti disprezzo.

E tu, nuova padrona di casa, che tu non sai ma resta comunque casa mia, tu che sei arrivata da poco e stasera sei in preda al panico da accoglienza. Tutto deve essere perfetto perchè ne va il resto della tua vita. Hai visto nascere i figli di tre amici su quattro, e tu ancora nulla, fai finta che non sia un problema ma io lo so che non è così. Io ti disprezzo.

E tu, mamma, che fingi di essere felice quando preferiresti il clima di Marte pur di ritrovarti per cinque minuti da sola, non ti disprezzo. Anzi, ti stimo un po'.

E tu che cerchi di ridere sempre, così da non pensare alla tua vita di coppia che non capisci più, non ti disprezzo. Un po' mi dispiace. Come mi dispiace per te amica mia, ti conosco da tanto, e anche tu ci sei cascata, ti sei arresa ad un amore a caso pur di non farli parlare. Mi tocca disprezzare anche te.

Tutti questi mostri. Donne sfigurate, dall'età, dall'invidia, dalla finzione, e uomini sfiancati, delusi, ipnotizzati, in fuga. Li disprezzo tutti.

E tu che mi fissi, non sarò mai tua, per quanto tu possa essere attraente, non ci casco, e non solo perchè hai accanto la tua compagna. Non ti concederò nulla, non verrò a casa con te. Né io, né i miei figli, se mai ne verranno. Hai un'aria da bugiardo, da uno che si scorda, da uno che mette se stesso prima di noi. Non mi fido di te. E ovviamente, ti disprezzo.

Ma io sono la gatta. Io disprezzo tutti.

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