Alice Vivona
La festa a casa
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Guarda
che sguardo serio e tenero, la abbracci anche quella povera ragazza. Io lo so,
io ti ho visto mandare foto intime a qualcuno che non era lei, e ora,
proferisci parole di sincero amore a questa ragazza.
E
certo, lei, proprio lei, quella tenera e innocente ragazza, che giunta ai 30
anni ha deciso che era giunto il momento di diventare indipendente dai suoi, e
sposarsi. Uno a caso, uno disponibile e propenso, preferibilmente ricco o
comunque paziente e tollerante, perchè lei, bella come il sole, ho sentito
commentare al suo passaggio, è un dono per chi la sceglie. Disprezzo anche lei.
E
tu invece, appoggiata al muro, con quel sorriso di plastica, fai volontariato
il 25 dicembre al pranzo di natale per i poveri e per questo senti di poterti
ritenere generosa. Tu, che vivi nella casa comprata da tuo padre, arredata da
tua sorella, con una famiglia di filippini al servizio due volte a settimana,
tanto che il gatto di casa non fa neanche in tempo a far atterrare i suoi peli
per terra.
Tu.
Tu.
Hai
spezzato il cuore di chi ti aveva scelto come amica, e che quando ha chiesto
qualcosa di più, lo hai scaricato che neanche fosse un visionario psicotico. Ti
disprezzo.
E
tu, che speri che la vita vada peggio agli altri, per dimenticare lo squallore
della tua, io ti disprezzo.
E
tu, pezzo grosso, sempre annoiato se l'attenzione è lontana da te. Credi che le
donne ti amino perchè si fanno offrire da bere, pensi di essere galante, un
seduttore, invece sei un'amicizia di facebook, un numero sul telefonino, come
il tuo, muto, che continui a guardare. Indovina un po'? Ti disprezzo.
E
tu, nuova padrona di casa, che tu non sai ma resta comunque casa mia, tu che
sei arrivata da poco e stasera sei in preda al panico da accoglienza. Tutto
deve essere perfetto perchè ne va il resto della tua vita. Hai visto nascere i
figli di tre amici su quattro, e tu ancora nulla, fai finta che non sia un problema
ma io lo so che non è così. Io ti disprezzo.
E
tu, mamma, che fingi di essere felice quando preferiresti il clima di Marte pur
di ritrovarti per cinque minuti da sola, non ti disprezzo. Anzi, ti stimo un
po'.
E
tu che cerchi di ridere sempre, così da non pensare alla tua vita di coppia che
non capisci più, non ti disprezzo. Un po' mi dispiace. Come mi dispiace per te
amica mia, ti conosco da tanto, e anche tu ci sei cascata, ti sei arresa ad un
amore a caso pur di non farli parlare. Mi tocca disprezzare anche te.
Tutti
questi mostri. Donne sfigurate, dall'età, dall'invidia, dalla finzione, e uomini
sfiancati, delusi, ipnotizzati, in fuga. Li disprezzo tutti.
E
tu che mi fissi, non sarò mai tua, per quanto tu possa essere attraente, non ci
casco, e non solo perchè hai accanto la tua compagna. Non ti concederò nulla,
non verrò a casa con te. Né io, né i miei figli, se mai ne verranno. Hai
un'aria da bugiardo, da uno che si scorda, da uno che mette se stesso prima di
noi. Non mi fido di te. E ovviamente, ti disprezzo.
Ma
io sono la gatta. Io disprezzo tutti.
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