lunedì 10 settembre 2018

Vince la V edizione del Racconto Più Brutto Franca Di Muzio con Earworm

1^ classificata della V edizione del concorso letterario Il Racconto Più Brutto, vincitrice del buono premio di 100 euro da spendere in libri presso la libreria Giufà di Roma


Vincitrice
Franca Di Muzio
Earworm
- 59 voti -

La classifica finale completa:

2° - Angelo Zabaglio, La gabbietta - 39 voti

3° - Carmelo Pecora, Aicha la tunisina - 33 voti

4^ - Alice Vivona, La Festa a casa - 26 voti

5° - Savino Tammaccaro, La mano si riconosce sempre - 25 voti

6° - Giulio Guarino, Fanculo per sempre - 16 voti


Il video della serata realizzato da Nazzareno Mataldi che ringraziamo di cuore:



 
Ma prima di pubblicare il bruttissimo racconto che ha trionfato all'edizione 2018 del Racconto Più Brutto alcuni doverosi ringraziamenti: innanzitutto a Sardone, critico letterario e chitarrista dei Bangla Boys con cui prima o poi presenterò Sanremo, dopo di che naturalmente agli altri due critici che ci hanno fatti sognare commentando i commenti in gara: Claudio Morici e Christian Raimo, che ogni volta mi stupisco di quanto riescono a farmi scendere le lacrime dal ridere. E ancora il cantautore Ivan Talarico, che ha accompagnato musicalmente le letture dei racconti in modo impeccabile e ci ha anche suonato alcune canzoni bruttissime (lui assicura che non siano sue ma il dubbio resta); Gianluca Cicinelli direttore della rivista Rancori nonché del Corso di Scrittura Noiosa, nostro sponsor ufficiale, che ha offerto al terzo classificato la coppa riciclata da altro concorso letterario; ai mitici The Bangla Boys, fantastico gruppo rock che si è riunito dopo anni proprio per il Racconto Più Brutto e ci ha regalato un live assurdo durante lo spoglio delle schede; al Monk che ha ospitato la serata raccogliendo coraggiosamente il testimone dell'HulaHoop (la cui chiusura ci ha spezzato il cuore e a cui dedichiamo con infinito amore questa V edizione); al davvero meraviglioso pubblico in sala che ha partecipato votando, commentando, ridendo a crepapelle e esultando per la proclamazione della vincitrice; e infine a questi 6 meravigliosi campioni di autoironia, che hanno reso possibile questa serata indimenticabile regalandoci 6 indimenticabili letture dei loro bruttissimi obbrobbri vanagloriosi, eccoli, a loro va il mio abbraccio più grande e la mia stima più sincera per la loro straordinaria capacità - più unica che rara tra gli scrittori - di non prendersi sul serio e di saper ridere di cuore dei propri scritti brutti:

Vincitrice
Franca Di Muzio
Earworm

L'incombere umorale delle idee, delle istanze
L'incombere umorale degli affetti, del sangue
Potessi dirti quello che non posso, esiterei nel farlo

Cupa voce di Lindo Ferretti risuona nella testa di Veronica, come quei tormentoni che non ti escono più dalle orecchie. Ear-worm, in inglese tormentone; verme nell'orecchio, che si insinua nel condotto uditivo e da lì ti domina il cervello, verme solitario che invece dello stomaco svuota i pensieri.
Eppure hai a cui pensare, oggi
parrucchiera
estetista
vestito
fotografo
parente per portarti all'altare
prete
sposo
Invece, hai scelto un giorno qualunque: giovedì, e bandito ogni orpello da quella che è solo una formalità
Una formalità
Una formalità
O una questione di qualità

Ancora Lindo coi suoi tormentoni, earworm.
Io sto bene Io sto male Io non so Come stare
Io sto bene Io sto male Io non so Cosa fare

Infatti, Veronica. Nica, per gli amici. Te ne sono rimasti pochi; l'unico che la capisce, Lindo. che pare la conosca da sempre, e canta
Non studio non lavoro non guardo la tivù
Non vado al cinema non faccio sport
Io sto bene
Io sto male

Studio, finito eddamò.
Lavoro, di rado.
Tivù, solo la sua soap preferita.
Cine, mah.
Sport, la piscina è chiusa da due mesi e il suo culo è sceso di due cm e ½, ma se avrebbe ricominciato a fare moto la situazione migliorerà.
Speriamo, Veronica.
Se non avessi speranze non ti sposeresti mica, Nica.
E' oggi il grande giorno.
Ma vestito non c'è.
Il parrucchiere, non c'è.
L'estetista, il fotografo neanche.
Però c'è tuo padre. E il tuo parroco. Morti, ma oggi sono vivi. Nel tuo giorno più bello, non ti sembra strano che ci siano loro, che avrebbero fatto di tutto, pure tornare dall'aldilà, per tenerti sull'altare fino a ridurti in moglie.
Come se sposarsi fosse un rimpicciolirsi, un costringersi, invece che raddoppiarsi, moltiplicarsi.
Eppure Nica, chi ti costringe? Sei arrivata a questo giorno, avte fissato una data, è arrivata e tu non sei pronta.
Non hai il vestito, non hai il trucco, non hai i capelli adatti. E non perché tu voglia fare l'anticonformista, sposarti così, come se fosse un giorno come gli altri, e in fondo lo è: questo matrimonio è solo una formalità
Una formalità
Una formalità
O una questione di qualità

O Lindo, sempre ste rime del cazzo! ti credo, che le tue canzoni diventano tormentoni.
Una formalità, o una questione di qualità?
Per il tuo matrimonio, avresti voluto Qualità del sentimento.
Invece adotti la Formalità. Le forme del vivere, che ti dicono che, se stai da tanto con una persona, a un certo punto devi sistemarti.
E tu ti stai sistemando bene, con chi conosci bene, ma un pò di mistero in una coppia ci vuole.
Ma il mistero è finito ormai. L'unico che resta: cosa vi/ti spinge a sposarvi, oggi?
La grande A, seee.
La grande S, sì.
Con la P di Paura della Solitudine, d'aver buttato 10 anni, dirvi che l'Amore non c'è più.
Perciò: un giorno un vestito un capello qualunque è sufficiente; sguardo allo specchio e via, è tardi, alle 11 avresti dovuto stare in chiesa, invece è mezzogiorno e tu
ancora qua, Veronica, a chiederti Che Sto a Fare
Perché non sorrido
Perché non vedo l'ora
Perché non ho più tempo
perché nessun fotografo estetista parrucchiere vestito bianco, a festa
Perché non è festa
Perché stare peggio di così ti fa più paura di stare male così
Perché stare meglio, stare bene ti pare un miraggio
La radiosveglia con Lindo ti sveglia:
L'incombere umorale delle idee, delle istanze
L'incombere umorale degli affetti, del sangue
Potessi dirti quello che non posso, esiterei nel farlo

Earworm.

2° classificato: Angelo Zabaglio con La gabbietta

Secondo classificato della V edizione del concorso letterario Il Racconto Più Brutto, vincitore del buono premio da 50 euro da spendere in libri presso la libreria Giufà di Roma


Angelo Zabaglio
La gabbietta
- 39 voti -



All’interno di una gabbia piccina,vive un corpicino con le ali blu,anzi celesti e gialle.

La leggerezza fisica e le ali che si muovono,aiutano i movimenti dell’esserino.

Piccoli decolli e piccoli atterraggi.

Il beccuccio raccoglie,dal piccolo pavimento,del cibo chicchi di cibo.

La testolina si muove.

Leggerezza favolistica.

Bimbi felici che giocano democraticamente.

Risate di bambini.

Innocenza.

Un bimbo si avvicina alla gabbiettina.

VOLA VIA!VOLA VIA!SCAPPA!

L’uccellino rimane dentro.

Vuole rimanere.

VOLA VIA!

3° classificato: Carmelo Pecora con Aicha la tunisina

Terzo classificato della V edizione del concorso letterario Il Racconto Più Brutto, vincitore pertanto della coppa riciclata da altro concorso gentilmente offerta dal nostro sponsor il Corso di Scrittura Noiosa a cura della rivista Rancori diretta da Gianluca Cicinelli

Carmelo Pecola
Aicha la tunisina
- 33 voti -



Una bellezza da lasciare senza fiato, occhi nerissimi, un viso che qualunque pittore vorrebbe dipingere per renderla immorale.

Una gnocca spaziale, in poche parole.

Tutto è apposto in lei.

Sotto il vestito credo molto di più.

Ha il capo basso.

Timidezza o soggezione del padre che l’accompagna?

Non mi guarda ma sarà costretta a farlo tra poco, mi dirà perché è entrata qui.

L’ufficio denunce della Squadra Mobile ha il suo fascino.

Cosa mai sarà successo?

È magrebina, dal colore della pelle non sbaglio.

Il suo viaggio nel nostro mondo sarà appena iniziato. Ha abbandonato le sue tradizioni le sue abitudini.

L’uomo che la accompagna, non è né alto né basso né grasso né magro, né giovane né vecchio, quasi insignificante, baffetti incastonati in un viso invecchiato precocemente e bruciato dal sole.

“Ecco il solito padre-padrone”.

Lo tengo per me.

Bella lei!

4^ classificata Alice Vivona con La festa a casa

Quarta classificata della V edizione del concorso letterario Il Racconto Più Brutto

Alice Vivona
La festa a casa
- 26 voti -


Guarda che sguardo serio e tenero, la abbracci anche quella povera ragazza. Io lo so, io ti ho visto mandare foto intime a qualcuno che non era lei, e ora, proferisci parole di sincero amore a questa ragazza.

E certo, lei, proprio lei, quella tenera e innocente ragazza, che giunta ai 30 anni ha deciso che era giunto il momento di diventare indipendente dai suoi, e sposarsi. Uno a caso, uno disponibile e propenso, preferibilmente ricco o comunque paziente e tollerante, perchè lei, bella come il sole, ho sentito commentare al suo passaggio, è un dono per chi la sceglie. Disprezzo anche lei.

E tu invece, appoggiata al muro, con quel sorriso di plastica, fai volontariato il 25 dicembre al pranzo di natale per i poveri e per questo senti di poterti ritenere generosa. Tu, che vivi nella casa comprata da tuo padre, arredata da tua sorella, con una famiglia di filippini al servizio due volte a settimana, tanto che il gatto di casa non fa neanche in tempo a far atterrare i suoi peli per terra.

5° classificato: Savino Tammaccaro con La mano si riconosce sempre

Quinto classificato della V edizione del concorso letterario Il Racconto Più Brutto

Savino Tammaccaro
La mano si riconosce sempre
- 25 voti -

Dopo anni di romanzi ero stanco delle cose che scrivevo, mi sembravano sempre più tutti uguali, ero pronto e deciso a cambiare genere, non ne potevo più di storie d’amore incompiute e allora decisi che da quel giorno sarebbe iniziato il mio periodo dark con punte di horror. Decisi di cominciare dal romanzo di uno zombie, visto che andavano molto di moda in quel periodo. Uno zombie che si risvegliava trent’anni dopo la sua morte e andava in giro a spaventare gli abitanti della piccola cittadina di Marevolo dove aveva vissuto. La città era incredibilmente uguale a come l’aveva lasciata trent’anni prima e così decise di partire con le case delle persone che aveva odiato trent’anni fa. Cominciò dal suo vecchio professore del liceo che per non rovinargli la media gli metteva quattro (sempre così diceva).

6° classificato: Giulio Guarino con Fanculo per sempre

Sesto e ultimo classificato della V edizione del concorso letterario Il Racconto Più Brutto

Giulio Guarino
Fanculo per sempre
- 16 voti -

E' davvero parecchio che non mi degno di spender parola. Forse perchè non vi è niente da spendere dato che non ho soldi miei. Forse perchè la mia anima è muta di guadagni. Per volontà o forzatura. Chissà. Non riesco a interpretarmi in questi giorni. Non riesco a capire il perchè di molte, moltissime faccende. E allora. E allora fanculo per sempre. Fanculo. Per. Sempre. Ho lo stesso, preciso, identico vantaggio di tutti e allora che gusto c’è?  Oh, allora qual è il vantaggio tra la morte e la gloria? Come puoi scegliere tra la morte e la gloria? A me basterebbe un finale felice. I finali felici non mi hanno mai annoiato. E ancora adesso non mi annoiano. Ma hanno, hanno un modo. Hanno un modo per fartela pagare. E per metterti in riga.