Antonio
Giannantonio (aka Squaderna)
Oggi sono andato nell'orto
E
ho incontrato una lucertola, un'ape e una farfalla. La lucertola
primo è stato veloce, correva l'qualche filo d'erba e di tappeto
erboso tra il raggrumato e asciugato dal sole. L'ape invece
svolazzava a zig-zag, era nervoso. La luce cadde sulla realizzazione
di gelatina brillante come un mostro, forse è un calabrone: era un
calabrone.
La farfalla procedeva a scatti, movimenti irregolari tra alberi da frutto e fiori pochi sparsi qua e là. Le sue ali con macchie bianche da qualche altro colore, a causa del sole e per suoi movimenti veloci non riuscivo a distinguere bene. Il mio intervento aveva provocato qualche disagio nel loro girandolare. Mi sono seduto in ombra al riparo e a tutti e tre ho detto: "Che succede? Io non sono venuto per niente di male. Sto solo controllando il sito, se avete bisogno di acqua o di irrigazione." "Fate quello che volete, ma qui le cose sono in ordine", ha detto la lucertola, si affaccia dietro una cartaccia abbandonata a terra, "Qui si continua a fare cose che facciamo ogni giorno, a mezzogiorno e in questo momento corriamo, sentiamo l'odore delle cose che marciscono al sole." E il calabrone: "Ci sono solo le povere bestie, come possiamo mettere un po' di pressione su un cristiano bell’e vaccinato come te, non credi?" "Ci sono molte cose che si può credere, ma tra tutte queste cose non è sempre facile scegliere una per una combinazione o l'altra, possono o non possono venire a corrispondere la scelta di credere o non credere quanto sopra, o almeno credendo le cose che inevitabilmente si possono credere nel futuro." sputai d'un fiato. Ci fu un momento di silenzio. Il terreno era già magro e il vento soffiava via i granelli di piumini da cipria. Le nuvole, beh non so esattamente che cosa stessero facendo in quel momento le nuvole, stavo guardando questi simpatici animali per la mia sventura.
La farfalla procedeva a scatti, movimenti irregolari tra alberi da frutto e fiori pochi sparsi qua e là. Le sue ali con macchie bianche da qualche altro colore, a causa del sole e per suoi movimenti veloci non riuscivo a distinguere bene. Il mio intervento aveva provocato qualche disagio nel loro girandolare. Mi sono seduto in ombra al riparo e a tutti e tre ho detto: "Che succede? Io non sono venuto per niente di male. Sto solo controllando il sito, se avete bisogno di acqua o di irrigazione." "Fate quello che volete, ma qui le cose sono in ordine", ha detto la lucertola, si affaccia dietro una cartaccia abbandonata a terra, "Qui si continua a fare cose che facciamo ogni giorno, a mezzogiorno e in questo momento corriamo, sentiamo l'odore delle cose che marciscono al sole." E il calabrone: "Ci sono solo le povere bestie, come possiamo mettere un po' di pressione su un cristiano bell’e vaccinato come te, non credi?" "Ci sono molte cose che si può credere, ma tra tutte queste cose non è sempre facile scegliere una per una combinazione o l'altra, possono o non possono venire a corrispondere la scelta di credere o non credere quanto sopra, o almeno credendo le cose che inevitabilmente si possono credere nel futuro." sputai d'un fiato. Ci fu un momento di silenzio. Il terreno era già magro e il vento soffiava via i granelli di piumini da cipria. Le nuvole, beh non so esattamente che cosa stessero facendo in quel momento le nuvole, stavo guardando questi simpatici animali per la mia sventura.
"Tu
sei uno che ama di credere in un sacco di cose, ho capito."
disse il calabrone.
"Il
fatto che sei venuto qui per rompere l'anima non è altro che la
prova che il mondo se ne sta scivolando via smarmittando; ascolta un
attimo quel che sto per dirti..." accennò in alto con la testa
prima di tornare a guardare in faccia a me, "Hai sentito? Tu lo
senti nel cielo? … E' pieno di stronzi
che cip cip: pigolano... Che ne pensi?"
"Non
lo so... Ridono, parlottano, si fanno gli
scherzetti…” abbozzai divertito.
"No,
ti sbagli. Sono contorcendosi per il dolore che provano. E quello che
si sente è colpa tua! La verità più grande - che probabilmente non
sarò in grado di dire qualcosa di divertente, purtroppo anche per il
nostro lettore - è che la gente non frega niente se il pianeta
continua ad esistere o meno. Abbiamo rotto, stiamo crepando. Lo
vedi?"
"Vai
via e ci lasci soli qui a fare come diavolo ci pare." disse
la farfalla.
"Tu
vai via e non sbattere la porta troppo duro quando vai." di
rimando il calabrone.
Non
capivo quello che stavo cercando di capire anche io stesso. Il
cluster di parole confuse e provocò l’effetto della peggiore
specie per un oratore e fu allora che mi resi conto che forse il mio
cervello stava scarrellando un po' troppo.
In campagna
l'aria era ferma. Le nuvole erano gruppi di pallocche bianche,
sporgevano al di fuori del cielo inverosimilmente aveva perso, il
passo verso di loro. Il cielo intendo, aveva perso il passo nei
confronti delle nuvole. Vedendomi così assorbito la lucertola verde
vivace riprese la parola, " Le cose non sono sempre eseguite
come è il mondo che vogliamo. E voi, volenti o nolenti ci dovete
stare, e ora sali sulla carretta e lasciaci in pace."
La
farfalla stava facendo spiluccare addossata a un fiore con uno stelo
sottile.
Il
calabrone è stato rubato per rispondere alla chiamata della
corteccia di un albero di prugne.
Tutti
sono stati completamente disinteressati da me, e ora tutti erano
esclusivamente al servizio dei fatti propri. Anche
la lucertola cominciò a correre tra le vie di terra coltivata. Stavo
appollaiato un attimo a terra prima di alzarmi in piedi. Una leggera
brezza accarezzava le mie guance e le orecchie, allora anche la parte
bassa del collo. In lontananza si sentiva
il rombo debole di un trattore. Era
uno di quei grandi, uno potente di quelli con ruote in gomma giganti.
Prima
di essere giunto a casa mi sono reso conto di come impegnativo è
stato il giorno. Ora sono qui nella mia stanza e tutto là fuori
sembra funzionare ancora come al solito. Credo che a questo punto
tutto quello che devo fare è - come sempre la madre dice - limitarmi
ad essere un bravo bambino.
Recensione
Capolavoro. Pura avanguardia espressiva
sgrammaticata. Tutto sommato l’incontro con la grammatica
nell’essere artista (grammatica musicale, pittorica o in senso
stretto letteraria) è un puro incidente, una occorrenza del tutto
fortuita, come ha dimostrato il punk rock. Si può essere artisti
dentro e non aver mai avuto l’occasione, per scelta o per destino,
di incontrare l’alfabetizzazione.
La prima frase completa l’incipit che in realtà è introdotto dal titolo: geniale.
La prima frase completa l’incipit che in realtà è introdotto dal titolo: geniale.
La trama surreale è quella di una
discesa all’orto tra Esopo e Cortazar.
Insomma, Antonio Giannantonio in arte “Squaderna”, vince già dal nome-cognome-pseudonimo e come dicevo, dall’incipit-titolo.
Una vera chicca. E’ veramente perfetto così com’è: rappresenta allo stesso tempo in modo verista la psicologia dello pseudo-agricoltore sgrammaticato protagonista e le sue surreali e psichedeliche vicende nell’orto.
Dal vivo ho avuto l’impressione che l’ottimo autore abbia creato un nuovo linguaggio letterario: trasmissione di lessemi sardi via telegrafo a un lettore non udente e non vedente.
Insomma, Antonio Giannantonio in arte “Squaderna”, vince già dal nome-cognome-pseudonimo e come dicevo, dall’incipit-titolo.
Una vera chicca. E’ veramente perfetto così com’è: rappresenta allo stesso tempo in modo verista la psicologia dello pseudo-agricoltore sgrammaticato protagonista e le sue surreali e psichedeliche vicende nell’orto.
Dal vivo ho avuto l’impressione che l’ottimo autore abbia creato un nuovo linguaggio letterario: trasmissione di lessemi sardi via telegrafo a un lettore non udente e non vedente.
Frank Solitario
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